di Cristina Piscitelli.

Cari lettori, ricorderete che tempo fa vi abbiamo chiesto di compilare un questionario rivolto a genitori. Oggi pubblichiamo i risultati della ricerca condotta da Cristina Piscitelli, studentessa di Servizio sociale, che ha discusso una tesi in Metodologia e tecniche del servizio sociale, dal titolo Rappresentazione sociale del ruolo genitoriale: un caso di studio, all' Università degli studi di Napoli Federico II (relatrice Prof.ssa Fortini Lucia).

La genitorialità costituisce una transizione di vita di cui più comunemente fanno esperienza gli individui. Sebbene sia una fase normale della vita adulta, costituisce tuttavia una "sfida" per le persone, in quanto richiede un impegno attivo da parte dei genitori, e il modo in cui un individuo si adatta al ruolo genitoriale e lo esercita è influenzato da una serie di fattori sia personali che ambientali. La genitorialità, ossia l'essere genitore, non si riconduce al semplice evento "fisico" legato alla procreazione e alla nascita, ed evento "giuridico" legato invece al riconoscimento legale, ma ha un senso più profondo.

Lo scopo di questo lavoro è stato quello di riconoscere la complessità che caratterizza la genitorialita', i compiti, le funzioni e le capacità che sono richieste ai genitori. Il questionario, è stato compilato da madri a cui si chiedeva di compilare il questionario insieme al proprio marito o compagno ed una parte dei questionari è stata distribuita in forma cartacea. Un'altra parte è stata distribuita on line, nel periodo compreso da dicembre 2014 a marzo 2015. In totale i genitori che hanno risposto al questionario sono 146.

 

Dallo studio condotto è stato interessante capire:

· i compiti e le cure che i genitori devono mettere in atto per l'accudimento dei figli;

· gli stili genitoriali a cui si sentono più vicini;

· se hanno riscontrato la presenza di servizi per l'infanzia;

· quali sono le loro esigenze;

· come i genitori si rapportano alla genitorialità;

· se hanno aspettato una condizione economica stabile prima di concepire il primo figlio;

· perché molte giovani coppie rimandano la scelta di avere figli;

· quanto pesano la disoccupazione e il lavoro precario sulle nascite in Italia;

· se sono coscienti che per crescere un figlio un genitore debba affrontare spese crescenti nel tempo;

· se sono d'accordo con il premier Renzi, che il bonus bebè potrebbe incentivare le nascite in Italia;

· se risulta necessaria una politica a sostegno della famiglia e della natalità.

-I genitori che hanno compilato il questionario sono consapevoli che, con le loro cure svolgono un ruolo fondamentale per il benessere emotivo e affettivo dei figli.

-Si sentono più vicini allo stile genitoriale autorevole, che ha le ripercussioni migliori sullo sviluppo psicofisico dei figli. Infatti quando i genitori si dimostrano autorevoli, rispettano le opinioni, i sentimenti, i desideri dei figli e cosa più importante favoriscono una buona comunicazione genitore-figlio, questi ultimi dimostrano capacità di decisione e maturità psicologica.

-È interessante notare come, una parte dei genitori abbia riscontrato la presenza di servizi per l'infanzia (asilo nido comunale), ed un'altra parte non abbia riscontrato la presenza di questi servizi. Molto probabilmente, la causa può essere ricondotta al fatto che ci siano delle differenze tra le varie regioni. I dati ISTAT, inoltre, ci dicono che, aldilà del numero delle strutture dei servizi per l'infanzia, la disponibilità risulta essere inferiore rispetto alla richiesta e il costo è spesso troppo elevato per le possibilità economiche di molte famiglie.

-Inoltre la maggioranza dei genitori sente maggiormente l'esigenza di sostegni economici alla famiglia e alla cura dei figli, ma anche di orari diversi di lavoro che magari permettano di poter conciliare lavoro e vita familiare. Spesso i genitori, per poter conciliare lavoro e la cura dei figli, vengono aiutati dai nonni, che risultano essere le figure di supporto a cui i genitori maggiormente si rivolgono.

-Metà dei genitori ha aspettato che ci fosse una stabilità economica prima di concepire il primo figlio, l'altra metà non ha aspettato che ci fosse una stabilità economica. Quindi si può presumere che la stabilità economica non ha influenzato i soggetti nella scelta di concepire il primo figlio, dato che la distribuzione si divide equamente. Le giovani coppie oggi fanno più fatica a crearsi una famiglia a causa del lavoro precario. Ma come ci dimostrano anche i dati del questionario, si decide di avere un figlio anche se non c'è la sicurezza di un posto di lavoro.

-D'altro canto, ci sono molte giovani coppie oggi che rimandano la scelta di avere figli per motivi economici. Dai dati raccolti dal questionario si può notare come la maggior parte dei genitori rimanda la scelta di avere figli perché i tempi sono pessimi e il futuro è incerto. La situazione economica dopo la nascita di un figlio cambia completamente, inoltre non sempre viene riconosciuto alla donna il diritto di assentarsi dal lavoro, per dedicarsi alla cura dei figli, senza subire ripercussioni sul lavoro. Chi non riesce a conciliare vita lavorativa e vita familiare, e non può contare sull'aiuto dei familiari o permettersi un asilo nido, spesso è costretto ad uscire dal mondo del lavoro.

-La crisi economica, l'incertezza occupazionale sperimentata da molti giovani, la mancanza di reti di protezione adeguate e di servizi di conciliazione famiglia-lavoro, fa posticipare le uscite dalla famiglia di origine e l'inizio di una vita di coppia. Gli uomini e le donne italiane sono tra i più tardivi in Europa a diventare genitori e, quando lo diventano, più dei loro coetanei in altri paesi dipendono dall'aiuto dei propri genitori sia per accedere ad una abitazione, sia per accudire i figli. Le nascite in Italia continuano a scarseggiare. Dai dati ISTAT cinquemila neonati in meno nel 2014 rispetto all'anno precedente. Il quadro demografico sottolinea che il tasso di natalità è insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale.

-I genitori sono coscienti del fatto che per far crescere i propri figli, le famiglie devono affrontare nel tempo spese sempre più consistenti. Dalle annuali rilevazioni dell'Osservatorio Nazionale Federconsumatori è emerso che i costi si differenziano fortemente in relazione al reddito disponibile della famiglia: per una famiglia bi-genitore con un reddito netto annuo di 37.500 euro crescere un figlio costa mediamente 170.940 euro.

-Il premier Renzi ha proposto il bonus bebè di 80 euro al mese, per i bambini nati dal 2015 fino al compimento del terzo anno di età. Ha affermato che non può risolvere tutti i problemi ma può essere un segnale per ripartire, sostenendo che più bambini potrebbero essere la risposta per far ripartire l'economia. La maggioranza dei genitori non è d'accordo nell'erogazione, dato che ritengono che 80 euro al mese per i primi tre anni di un bambino non possano servire a far ripartire l'economia. È plausibile ritenere che i genitori intervistati non siano d'accordo perché vi è una soglia minima per accedere al bonus (ISEE non superiore a 25.000 euro annui), o anche perché pensano ci sia bisogno di altro per far ripartire l'economia. Invece per i nuclei familiari più poveri, cioè che dichiarano un ISEE non superiore a 7.000 euro annui, l'importo viene raddoppiato e l'assegno sale a 160 euro al mese per figlio.

-Senza dubbio la maggior parte dei genitori è d'accordo nel ritenere che ci sia bisogno di una politica a sostegno della natalità e della famiglia. L'OCSE da'una definizione delle politiche per la famiglia: "Si definiscono politiche per la famiglia quelle che aumentano le risorse dei nuclei familiari con figli a carico; favoriscono lo sviluppo del bambino; rimuovono gli ostacoli ad avere figli e alla conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare; e promuovono pari opportunità nell'occupazione".

Dunque, risulta necessario dare più attenzione alle famiglie. Negli ultimi anni si sono sempre avuti interventi frammentari, e di breve raggio. Finora le politiche hanno attuato solo interventi dettati dall'emergenza. Bisogna attuare interventi duraturi a sostegno della famiglia e della genitorialità.

I risultati ottenuti hanno fornito suggerimenti e punti di riflessione:

· Essere genitore comporta una serie di compiti, ma quello più importante è certamente dare il proprio amore e il proprio affetto. E' importante che i genitori facciano sentire sempre amato il proprio figlio;

· È importante aver acquisito una serie di caratteristiche fondamentali per la capacità genitoriale, ossia l'insieme degli atteggiamenti che rendono capace il genitore di stabilire una relazione di accudimento, protezione e sostegno;

· È cruciale sentire il sostegno del proprio compagno o marito, nella transizione alla genitorialità;

· Il miglior stile educativo che permette ai genitori di potenziare lo sviluppo psicofisico del bambino è lo stile autorevole;

· Come ci dimostrano i dati del questionario, molte coppie nonostante i problemi economici e il lavoro precario, decidono comunque di avere un figlio, e non hanno quindi aspettato ci fosse una stabilità economica;

· I genitori sentono maggiormente l'esigenza di sostegni economici alla famiglia per la cura dei figli, di orari diversi di lavoro, e di servizi per l'infanzia (in particolare, asili nido) più accessibili per tutte le famiglie, ad un minor costo;

· Attuare politiche familiari durature, che permettano alle giovani coppie di poter creare una famiglia.

 


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