di Cinzia Petitti

cinzia.petitti@tin.it

Il tema è quantomai attuale probabilmente per il risalto dato dalle cronache giudiziarie e soprattutto per l'attenzione mediatica rivolta ad alcuni di essi, molti restando nell'ombra pur non meno gravi per le modalità e le persone offese coinvolte.

Ma prima di giungere ad aprire la pagina del giornale e leggere di questa o quella ennesima tragica storia una parola d'ordine dovrebbe guidare la nostra società: prevenzione.

Le norme anche molto efficaci ci sono ma, spesso non conosciute, non vengono invocate e quindi sfruttata la loro efficacia.

Facciamo il punto della situazione con i nostri operatori del diritto e percorriamo insieme a loro le strade che portano a prevenire le storie di maltrattamenti.

Questo il tema del seminario di studi, il terzo del ciclo di incontri sulla giurisprudenza barese in materia di famiglia, curato dalla Commissione Famiglia e Minori presso il Consiglio dell'Ordine di Bari.http://www.ordineavvocati.bari.it/default.asp?idlingua=1&idContenuto=1335

Viene in nostro ausilio il dott. S.U. De Simone, giudice presso la Corte di Appello di Bari, relatore del seminario oggetto della nostra attenzione.

"Il tema, esordisce il nostro relatore,è molto ampio innanzitutto perché caratterizzato da notevole interdisciplinarietà. La tutela dei soggetti a mezzo misure di prevenzione dagli abusi coinvolge, invero, diversi giudici (giudice monocratico della volontaria giurisdizione, giudice della separazione e del divorzio, giudice penale, il Pubblico Ministero, i giudici del Tribunale per i Minorenni).

In secondo luogo, perché esso richiede per il settore coinvolto (diritto della famiglia) una più accentuata sensibilità e conoscenza di materia di natura diversa (anche di tipo psicologico) agli operatori".

I recenti fatti di cronaca nera, purtroppo, vedono coinvolti tra autori e vittime soggetti appartenenti allo stesso contesto familiare. Il caso di Subiaco del novembre 2010 per es. un raccapricciante omicidio di un padre che uccise la figlioletta e ridusse in fin di vita il figlio maggiore perché non obbedivano al suo ordine di non usare il Personal Computer e collegarsi continuamente a Facebook; il caso di Palermo in cui è stata uccisa la sorella della fidanzata che rifiutava di tornare dall'omicida dopo un lungo periodo di maltrattamenti e sevizie; i delitti tristemente più famosi delle povere Sara Scazzi e Chiara Gambirasi, delitti più recenti in "cerca di autore" che seguono quelli più remoti quale quello di Pietro Masi anno 1991, e passano attraverso quelli commessi da Omar e Marika, da Annamaria Franzoni …..

"Non è più possibile tenere il conto di casi del genere ….al novembre 2012 e da inizio anno già si contano 103 delitti commessi e siamo arrivati a quota 115 nell'arco di un solo mese..". continua a leggere su http://www.dirittoefamiglia.it/coppie/details.php?idarticoli=100


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