È chiaro a tutti come lo spazio scolastico non sia soltanto e semplicemente uno spazio fisico, ma soprattutto uno spazio di crescita ed uno spazio educativo. Ma la fisicità dello spazio può diventare funzionale al percorso educativo.

A norma di legge, deroghe comprese, nelle classi scolastiche in Italia dovrebbe esserci un limite prestabilito al numero degli alunni. Invece, secondo un recente sondaggio, emerge come dato sempre più inquietante l'alta incidenza delle cosiddette "classi pollaio".
In tali spazi sovraffollati, il rapporto numerico alunni-docenti è troppo elevato, e questo influenza in modo negativo la gestione del tempo didattico e i livelli di apprendimento, aumentando il gap con gli altri paesi europei. Ogni attività diventa più lunga e difficile ed è spesso complicato seguire a dovere ogni alunno, dedicando al suo sviluppo e al suo percorso didattico, unico e personale, tutto il tempo e l'attenzione necessari.

La normativa vigente sul massimo numero di alunni per classe prevede tre restrizioni: quella indicata sulla circolare del MIUR sugli organici, predisposta anno per anno, quella prevista dal Ministero dell'Interno del '92 sulle norme di prevenzione incendi, e un decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 1975 sulle "Norme di progettazione degli edifici scolastici"
Secondo queste norme, per esempio, è previsto per le scuole superiori uno spazio limite per ogni alunno di 1,6 mq, mentre per le scuole dell'infanzia e primaria uno spazio limite di 1,8 mq.
Nelle nostre classi, invece, non è insolito trovare oltre trenta alunni. La situazione è, pertanto, insostenibile rispetto ai precetti di tutela della salubrità e della sicurezza.

I limiti del sovraffollamento vanno ben oltre anche rispetto al DPR 81/2009, attinente appunto alle modalità formative delle aule scolastiche. Alla crescita del numero di alunni per classe, così come autorizzato dal decreto, sarebbe dovuto seguire un piano generale per la riqualificazione dell'edilizia scolastica. Piano che è stato naturalmente disatteso. Il suddetto decreto prevedeva che si potessero formare classi rispettivamente fino ad un numero di 26-28 alunni nella scuola dell'infanzia e primaria, fino a 27-30 alunni in quella secondaria di primo grado, e fino a 30-33 alunni nella scuola secondaria di secondo grado.

Una recente sentenza del TAR Molise, la 144 e la 145 del 2012 ha annullato i provvedimenti di accorpamento di più classi di pochi alunni per costituire un minor numero di classi con moltissimi alunni.

Naturalmente il numero degli alunni per classe, secondo la normativa, diminuirebbe sensibilmente alla presenza di studenti con disabilità. L'art.5 del DPR sopra citato stabilisce che le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado che accolgono alunni con disabilità siano costituite, di norma, con non più di venti alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessita di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili, e purché il progetto di integrazione definisca le strategie e le metodologie adottate dai docenti nella classe e dall'insegnante di sostegno.
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