Di Federico Petitti
L'arcivescovo di Arezzo ha aperto uno spiraglio nell'annoso problema dell'accesso ai sacramenti delle persone divorziate che si risposano. Il presule ha auspicato l'intervento del Papa, che "“ come riportato in questi giorni anche dalla stampa nazionale- ha a cuore la soluzione di questo argomento.
L'autorità vaticana che ha cura delle varie problematiche della famiglia ha ufficialmente escluso che vi possa essere, quanto meno a breve, una nuova presa di posizione della Chiesa.
Se le decisioni che la Chiesa matura di norma richiedono "tempi biblici", il mondo cattolico comunque non sembra voglia continuare ad ignorare quanto richiedono i divorziati che attualmente non sono ammessi all'eucaristia. Tanto più che il numero delle persone interessate è in costante incremento.
In realtà secondo Vittorio Messori "“ insigne scrittore cattolico "“ "un'apertura maggiore potrebbe essere , se non una soluzione definitiva, almeno un qualcosa che aiuta", evidenziando comunque che il maggior ostacolo è costituito dalla tradizione della Chiesa, contraria a simili aperture.
Papa Benedetto XVI già nel 2005 ad Aosta ebbe a dire che probabilmente molti di coloro che passano a seconde nozze avevano contratto in precedenza matrimonio ecclesiastico " senza fede " e quindi, annullato il primo matrimonio, ben potevano essere ammesse alla comunione.
La Chiesa a tal proposito ha considerato anche che le seconde nozze lasciano presupporre una scelta più approfondita "in una condizione di felicità prima non provata". In effetti due cattolici su tre si dichiarano propensi al divorzio pur di non accettare un cattivo matrimonio.
Secondo un sondaggio della Eurispes tra i lettori di "Famiglia Cristiana" e di "Jesus" soltanto una minoranza di sacerdoti (11%) tendono ad escludere i divorziati dai sacramenti.
Nella Diocesi di Milano il Servizio liturgico si è dichiarato favorevole alla comunione dei divorziati, che però debbono partecipare al rito eucaristico con un particolare atteggiamento, anche esteriore ( avvicinarsi all'altare con le braccia incrociate sul petto). In Germania, in particolare a Friburgo, i divorziati risposati vengono comunicati normalmente. Il Presidente della Conferenza episcopale tedesca ha dichiarato che deve sempre prevalere la misericordia nei confronti dei divorziati, perchà© in assoluto la salvezza delle anime è legge suprema ("salus animarum suprema lex).
Alcuni confessori consigliano ai divorziati di comunicarsi in una chiesa diversa dalla propria parrocchia, evitando cosଠdi essere riconosciuti e quindi di suscitare eventuale scandalo negli altri fedeli. Quest'ultimo suggerimento in verità sembra ben lontano dallo spirito cristiano e frutto invece di un orientamento "farisaico", cioè legato all'esteriorità e non all'essenza del problema. Tra l'altro le persone molto note, attori, giornalisti televisivi, politici ecc. sarebbero riconoscibili ovunque.
Padre Enzo Fortunato, direttore della rivista "San Francesco d'Assisi" ha affermato: " Comunque la si pensi, l'attenzione a questo tema rivela il volto materno della Chiesa. E' una questione delicata e che andrà senz'altro affrontata". Orientamento questo che Papa Francesco sembra voglia attuare.
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