L'episodio, gravissimo e purtroppo esplicativo di una degenerazione progressiva dei valori fondanti della nostra società, è avvenuto a Cosenza, nel prestigioso liceo classico cittadino, intitolato a Bernardino Telesio.
I genitori di una studentessa bocciata chiedono di essere ricevuti dal dirigente scolastico per avere spiegazioni sulla bocciatura della propria figlia. I due vengono accolti dalla sostituta del dirigente.
Il colloquio inizia con toni pacati e la vicepreside tenta di spiegare i motivi alla base della decisione del consiglio di classe di bocciare la studentessa. Ma inaspettatamente la situazione degenera e mentre il papà rimane a controllare l'ingresso della stanza, è la mamma ad avventarsi violentemente contro la docente ed aggredirla con pugni e calci che le provocano danni giudicati guaribili in 25 giorni. I genitori violenti approfittano poi di una uscita laterale per allontanarsi dalla scuola.
Naturalmente è stata avviata la proceduta di denuncia penale contro questa mamma e questo papà che dovranno rispondere di aggressione, lesioni personali e violenza contro pubblico ufficiale.
Questa la cronaca di un episodio che rappresenta purtroppo soltanto la punta di un iceberg di un sistema malato e che dimostra l'incapacità delle istituzioni educative fondamentali nel trasmettere quei valori fondanti che esse pretendevano di veicolare e che invece gli stanno sfuggendo di mano. Una società la cui dimensione affettiva, emotiva e relazionale si sta sgretolando, una società "violenta" dove i valori genitoriali sono spesso tali solo sulla carta, dove il nucleo di affetti, di rispetto e reciproca considerazione sono diventati solo degli obblighi da assolvere. Una società dove i modelli comportamentali a cui i giovani attingono i loro interessi sono veicolati da messaggi in cui forza e aggressività fanno da padrone.
In questo contesto anche la scuola ha finito col perdere l'autorevolezza su cui fondava la sua azione educativa, disorientata e spiazzata, sola e disarmata a gestire rapporti generazionali necessari ma compromessi, a cercare di trasmettere quei valori che hanno fatto la nostra storia ma che adesso sembrano non appartenerci più.
Mi sono chiesta come faranno questi genitori a guardare in faccia, negli occhi, la propria figlia e tentare di spiegarle il perché del loro comportamento, come faranno a spiegarle che nella vita gli obiettivi vanno raggiunti a costo di impegno e responsabilità, come faranno a spiegarle che qualche volta una piccola sconfitta serve per ripartire con dignità e coraggio.
Poi si possono fare tutte le riflessioni possibili sulle bocciature che sono sempre l'espressione di un insuccesso che riguarda tutti. Ogni bocciatura è una sconfitta che chiama in causa responsabilità molteplici e tutte vanno prese in considerazione ma non per mettere in moto atti di accusa, perché alunni, famiglie e scuola non dovrebbero mai essere essere controparti, ma compartecipi alla sfida educativa.
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