Di Federico Petitti
Il prossimo 26 maggio approderà in Parlamento la proposta di legge per il divorzio breve, la quale prevede tempi di attesa molto inferiori agli attuali, un anno dalla notifica del ricorso per la separazione, ulteriormente riducibile a nove mesi in caso di richiesta consensuale delle due parti.
La promulgazione della tanto attesa legge deve prima superare gli ostacoli frapposti da numerosi emendamenti. Parte dei parlamentari vorrebbe infatti abbreviare al massimo i tempi di attesa per il divorzio, fino a sollecitare l'introduzione del divorzio diretto, già in vigore in vari stati europei, che prevede l'esecutività immediata di un atto sottoscritto dai divorziandi alla presenza di un avvocato con funzioni di notaio.
In ogni caso la nuova legge produrrà quanto meno due effetti benefici, la sostanziale riduzione dei termini da tre ad un anno – nove mesi in caso di domanda consensuale – e la possibilità in questo secondo caso di evitare il ricorso al giudice.
Finalmente quindi l'endemica lungaggine dei tempi della Giustizia avrebbe una bella sforbiciata, con il vantaggio anche di un contenimento dei costi.
Le aspettative sono tante e tantissime le persone che sono in attesa delle ventilate novità, dato il numero in costante crescita di separazioni e divorzi, come hanno evidenziato le statistiche Istat di recente diffuse. Dal 1971 al 2010 il numero delle separazioni è lievitato dalle 1734 iniziali a ben 88.191 e quello dei divorzi da 1.796 a 54.160.
L'Istat ha evidenziato altresì che il numero dei matrimoni è in costante decremento – tra il 1995 ed il 2009 i matrimoni sono scesi da 290.000 a 230.000 – che l'età media degli sposi è sempre più alta e che la durata media dei matrimoni tende sempre più a diminuire. Il picco delle separazioni si ha nella fascia di età dei coniugi compresa tra i 40 ed i 49 anni – 35.212 – Sono in incremento comunque le separazioni degli ultra sessantacinquenni – 8.726 –
I dati Istat evidenziano altresì che i quarantenni si separano, malgrado tre coppie su cinque si siano sposate dopo un periodo di convivenza. Quindi neanche un periodo di prova, a volte anche alquanto lungo, servirebbe a cementare la durata di un'unione.
Osservatori ed opinionisti, esperti e non, vedono l'istituzione matrimoniale minata alle basi. Certo viviamo in un momento di transizione che tocca anche questa materia. Cambiano velocemente gli stili di vita, aumentano e si moltiplicano le sollecitazioni, siamo assaliti da carta patinata e TV che parlano di separazioni a ripetizione di coppie celebri, viene celebrato il corpo giovanile e, possibilmente, palestrato, l'abbigliamento è sempre più informale, le vacanze esotiche richiamano costantemente la nostra attenzione – e le località reclamizzate sono sempre corredate da giovani corpi che sembrano lì proprio in nostra attesa. Il momento certo non aiuta. Sollecitazioni e tentazioni sono tante, ma… Già, ma qualche dubbio deve pur restare. Quando prima o poi sarà passata la sbornia di libertà, il piacere di farsi attrarre da un viaggio o un fine settimana all'insegna della spensieratezza, tipo un sacco a pelo, la moto , uno zainetto e via, avremo raggiunto un appagamento duraturo e se invece ad un certo punto ci troveremo a dover affrontare la solitudine di giorni festivi, domeniche, ricorrenze e ci viene un groppo alla gola. Ci manca la discussione con il coniuge, la casa ci sembra vuota senza il chiasso dei bambini, ci manca perfino il risveglio notturno perché il piccolo ha la febbre…
Allora, allora forse, prima di compiere passi affrettati, ci converrebbe far propria l'invocazione della procura della repubblica milanese, resistere, resistere, resistere. Forse è questa la medicina giusta per la durata di un matrimonio.
Ricordo il suggerimento dato da una santa persona ad una coppia. Quando sta per scoppiare una discussione bevete un sorso d'acqua e non ingoiatela prima che vi sia passata la voglia di dimostrare al vostro partner che la ragione è soltanto dalla vostra parte.
L'esperienza mi dice che in molti casi è preferibile troncare subito, invece di trascinare un rapporto. In tal caso allora è certamente auspicabile che, quando è proprio inevitabile, è meglio poter contare su una definizione breve, che a volte può servire perfino a far perdurare una reciproca stima dei divorziati e finanche legami amichevoli.


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