L' hanno chiamata Open day una iniziativa dei notai per promuovere tra i conviventi la cultura degli accordi o contratti di convivenza. Hanno spiegato ai cittadini interessati di come sia possibile disciplinare gli aspetti legati alla convivenza, sia durante la sua vita sia, successivamente, in caso di cessazione. Il contratto la via di uscita al mancato univoco riconoscimento delle unioni di fatto. Via, quella contrattuale, non nuova ma esistente da svariati secoli. "La finalità del contratto di convivenza e' di regolamentare un conflitto che sia pure latente e' immanente a qualsiasi forma di relazione come forma di prevenzione del conflitto" Così esordisce il prof. Luigi Balestra nelle premesse della impegnativa guida operativa in tema di convivenza, a firma, tra gli altri del dott. G. Oberto, che ha dato origine all' Open day del novembre scorso. La premessa mi ha colpito. Sicuramente ogni forma di convivenza può ingenerare un conflitto. La via contrattualistica, sebbene non paragonabile ad una attivita' di mediazione tra le parti, può essere una soluzione per prevenire il conflitto, smussando problematiche e preoccupazioni quotidiane di vita dei soggetti conviventi. Ricordo ancora il caso di una signora che aveva scritto molti anni or sono al nostro sito internet, diritto e famiglia, molto avvilita per l' andamento della convivenza con il suo compagno. Era una donna di mezza età, il compagno più grande di una decina di anni e con loro viveva un figlio di lei nato da un precedente matrimonio. La sig.ra lamentava che il convivente, pur guadagnando più di lei,non contribuiva adeguatamente alle spese di gestione della casa comune, condotta in locazione,e lesinava su questa o quella spesa, anche accusando la donna di non potere essere costretto a mantenere il di lui figlio. Una regolamentazione contrattuale avrebbe potuto aiutare la coppia sebbene in quel caso il disagio era legato a problematiche ben più profonde che avrebbero necessitato una attività di mediazione familiare. Le proposi di regolamentare con una scrittura privata le situazioni problematiche ma, al di la' dello sfogo, la signora non volle procedere per questa strada perché non voleva mettere nero su bianco. Questa ritrosia alla regolamentazione, sia pure privata, l'ho spesso constatata sul campo. Il nostro sito può analizzare la evoluzione fenomeno della convivenza a partire dal 1996, quando è nato, sino a oggi, ancora di più con la creazione della pagina Facebook che vede interagire quotidianamente tanti di voi. La preoccupazione di chi viveva e vive tale stato di cose era ed e' quella di non avere alcuna tutela giuridica, soprattutto in caso di cessazione della convivenza, ma, contraddittoriamente, anche quella di averla. Alcuni di essi per timore di perdere prerogative acquisite, quali una pensione di reversibilità, un assegno di mantenimento dal conige separato o divorziato e/o diritti ereditari. Soprattutto in prossimita' della discussione di Disegni di Legge riguardanti la famiglia di fatto ( unioni civili piuttosto che pax etc..) incrementavano i numeri di interventi. Si preoccupavano alcuni dei nostri lettori di perdere la propria libertà posta alla base della loro scelta di convivenza ed in buona sostanza la loro istanza era ed è che lo Stato non ci mettese il naso... e nemmeno avvocati e notai con un contratto o atto pubblico! Liberi siamo e liberi restiamo......


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