Nel pomeriggio del 12 Dicembre 2008, diciannove studenti del movimento Onda avevano occupato l'Università Statale di Milano, per protestare contro il Governo, ed ora rischiano da 8 a 15 anni di carcere.

I diciannove studenti sono stati raggiunti nei giorni scorsi da un avviso di conclusione indagini.

Secondo l'ipotesi di accusa, i giovani inquisiti si sarebbero resi responsabili di una "pluralità di atti aggressivi e pericolosi[...]col fine evidente di occupare, danneggiare, depredare e di assumere il controllo della sede universitaria, compromettendo l'ordine pubblico". I giovani avrebbero infatti forzato le porte del rettorato, della portineria e quella del punto vendita Cusl, dal quale avrebbero anche portato via " un ingente quantitativo di derrate alimentari".

Inoltre gli stessi avrebbero danneggiato anche le porte antipanico, i muri e le porte del primo piano e dell'aula magna.

I reati configurabili sono, oltre a quello di "violenza privata" per aver sbarrato gli accessi all'università" dall'interno con catene e lucchetti", costringendo pertanto rettore, personale e studenti a non entrare in sede, anche quelli di "interruzione di pubblico servizio" (art. 340 C.P.) e "invasione di pubblico edificio" (art. 633 C.P.) per aver bloccato l'attività universitaria.

Le suddette accuse si prescriveranno il 12 Dicembre p.v.

L'accusa più pesante, invece, quella di devastazione e saccheggio non si prescriverà fino al 2023

Per l'avvocato della difesa l'ipotesi di reato sembra sovradimensionata. Lo stesso, infatti, precisa che la devastazione è reato contro l'ordine pubblico e che nella vicenda "è in questione una occupazione studentesca e non militare".


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