Di Federico Petitti
Approderà in Parlamento nel settembre prossimo la proposta di legge per le unioni civili di coppie omosessuali. Ai gay dovrebbero così venir riconosciuti quasi tutti i diritti propri delle copie eterosessuali ritualmente sposate.
Tra i principali diritti:
- reversibilità della pensione (maturata dal defunto, usufruibile dal sopravvissuto);
- il diritto/obbligo di assistenza( diritto alla frequenza ospedaliera, colloqui con i medici curanti, autorizzazioni per cure ed interventi e – in caso di detenzione carceraria – incontro con il detenuto/a );
- possibilità di adottare il figlio del partner ( attenzione, non il generale diritto ad adottare, ma soltanto ad adottare il figlio del partner. Comunque un grande passo in avanti, perché attualmente i bambini in caso di morte del genitore biologico sono privi di ogni legame giuridico con la compagna della madre od il compagno del padre. Secondo le previsioni della citata proposta di legge, invece, i bambini avrebbero a tutti gli effetti due genitori).
Scopo della futura legge, come di recente ha evidenziato anche il capo del Governo, è l'equiparazione giuridica delle unioni civili gay ai matrimoni eterosessuali. Costituirà comunque necessario presupposto la iscrizione delle coppie gay conviventi nell'apposito registro, per farne ottenere il riconoscimento civile.
Volutamente ho usato il condizionale nel parlare dei diritti che l'emananda legge dovrebbe riconoscere alla coppie omosessuali. Il cammino per l'approvazione della legge infatti si presenta irto di ostacoli, per i diversi orientamenti in materia da parte dei nostri parlamentari. Alla normale diversità di vedute dei vari gruppi parlamentari, caratteristica costante di ogni nuovo provvedimento legislativo, si aggiungono i problemi della coscienza dei singoli, sensibilmente difformi anche tra i componenti di uno stesso gruppo.
L'esigenza di disciplinare giuridicamente le unioni gay è comunque sentita da una sempre più vasta componente del nostro Paese. Un recente sondaggio, riportato del Corriere della Sera del 6 corrente, ha indicato che la stragrande maggioranza degli italiani è favorevole a riconoscere alle coppie omosessuali quanto meno il diritto all'assistenza (con accesso alle visite del partner spedalizzato) ed i diritti ereditari. Ancora predomina invece il parere contrario ai matrimoni gay ed alla reversibilità della pensione.
Ivan Scalfarotto, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, si è invece dichiarato favorevole anche alle nozze gay, aggiungendo però che al momento è il caso di accontentarsi del surrogato delle semplici unioni civili.
Giuseppina La Delfa, presidente dell'associazione "Famiglie Arcobaleno", ha affermato che l'obiettivo dichiarato resta pur sempre quello del matrimonio omosessuale, ma che comunque la possibilità di adottare il figlio del proprio partner costituisce già un ragguardevole traguardo.
Maurizio Sacconi, del N.C. D., ha categoricamente escluso sia il matrimonio gay sia la reversibilità pensionistica: "niente soldi pubblici per i conviventi", ma si è detto ben disposto ad esaminare altro tipo di tutele, quali l'eredità a favore del convivente gay, la trasmissione del contratto di locazione al partner sopravvissuto, l'assistenza sanitaria con accesso all'ospedale ed il parere per cure ed interventi.
Aperture si sono recentemente avute anche da parte di Forza Italia, partito prima nettamente contrario ad ogni iniziativa pro gay, per dichiarazioni dello stesso Berlusconi, pur in presenza di contrasti interni di altri componenti del partito.
Il testo del progetto di legge per il riconoscimento civile delle unioni tra persone dello stesso sesso prevede anche la disciplina di possibili patti di convivenza, ipotizzandone l'estensione anche ai conviventi di fatto eterosessuali.
Si tratta di decisi passi in avanti del nostro legislatore, al momento limitato alle coppie gay. E per quelle eterosessuali? Tutto tace, malgrado attese e problematiche di una "istituzione", la convivenza di fatto, che è in netto, costante incremento.
E' auspicabile che prima o poi arriverà anche il momento di regolamentare giuridicamente i rapporti delle coppie eterosessuali. Nel frattempo pare che il legislatore abbia pensato che le coppie eterosessuali che optano per la convivenza, pur potendo ufficializzare la propria unione contraendo rituale patrimonio, abbiano volontariamente scelto di rinunciare alla tutela di diritti/doveri propri dei coniugi.
Quindi.. arrangiateVi, come avrebbe esclamato Totò!
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