La nota decisione della Corte Costituzionale del 9 aprile scorso ha spianato la via perché anche in Italia sia possibile alle coppie infertili il ricorso alla fecondazione assistita, con l'impianto di gameti di terzi donatori.
Con detta sentenza c'è stata l'ennesima spallata alla legge n°40 dell'anno 2004, la quale vietava la fecondazione eterologa. La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale tale divieto, aprendo così la possibilità per le coppie, ex se non in grado di procreare, all'impianto di gameti (sperma/ovuli) prelevati da terzi donatori.
In tal senso si era già creata una copiosa giurisprudenza favorevole espressa dalle Corti di merito.
La sentenza della Corte Costituzionale, oltre a far cadere il divieto all'impianto eterologo di gameti, ha inciso anche su altri divieti imposti dalla legge n°40 del 2004.: quello di produrre più di tre embrioni, del loro simultaneo impianto, della diagnosi preimpianto.
Attenzione però, come ha avvertito Beatrice Lorenzin , ministro della salute, nelle dichiarazioni pubblicate sul Corriere della Sera del 7 corrente a firma di Margherita De Bac, non è possibile accedere ipso facto alla fecondazione eterologa, ma "bisogna aspettare le linee guida ed alcuni passaggi in Parlamento". A tal proposito è stato incaricato un gruppo di tecnici che entro il 28 luglio dovrà fornire precisi indirizzi per garantire la sicurezza dei cittadini.
Innanzitutto le necessità di test per controllare che i donatori di gameti siano esenti da infezioni, specie Aids ed epatite. Poi fissare un numero massimo di gameti (che potrebbero essere tra i 5 ed i 10), sia per evitare che siano concepiti troppi bambini da uno stesso donatore sia per evitare un numero eccessivo di prelievi di ovociti da una stessa donna.
La tecnica dell'eterologa in effetti fa sorgere una serie di problematiche, oltre le due ora accennate. Bisognerà escludere la possibilità di scegliere i donatori, selezionandone le caratteristiche fisiche peculiari, la cultura, la professione. Eccezion fatta per i preventivi esami sanitari. Dovrà essere prevista l'età massima per sottoporsi alla fecondazione medicalmente assistita (che probabilmente, come per l'omologa, dovrà essere limitata all'età fertile). Dovrà essere tutelato l'anonimato del donatore.
E' il caso di ricordare a tal proposito non solo quanto successo all'ospedale romano Pertini (impianto in una coppia infertile per errore di gameti eterologhi), con l'accesa battaglia giudiziaria che vede contrapposti i "diritti" della coppia biologica a quelli della coppia in dolce attesa, ma anche la tendenza che si sta manifestando all'estero per ricorrenti "attentati" all'anonimato dei donatori.
Si impone quindi la regolamentazione giuridica che preveda l'erroneo scambio di gameti, per stabilire in casi analoghi a chi appartengano i bambini, e il ferreo anonimato dei donatori, per prevenire le tante possibili postume rivendicazioni di paternità. E' certo comunque che bisogna fare e fare al più presto, anche per evitare il flusso di nostro denaro a vantaggio di centri esteri specializzati.
A tal proposito va considerato che è stato calcolato in 9000 il numero delle coppie italiane infertili disposte alla fecondazione eterologa e che ascendono ad una media di 2600 le coppie infertili che fin ora hanno fatto o stanno facendo ricorso per l'impianto eterologo.


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