E' approdata in Parlamento la legge sul doppio cognome. L'esame del testo, approvato a maggioranza assoluta dalla Commissione Giustizia, è stato però differito dalla Camera, con un rinvio al momento sine die.
Almeno gli interessati conoscono bene la materia che la nuova legge intende disciplinare. In sintesi:
I genitori possono scegliere se dare al figlio il solo cognome del padre, il solo cognome della madre o in alternativa entrambi i cognomi;
In caso di mancato accordo dei genitori verranno attribuiti entrambi i cognomi, in ordine alfabetico;
In caso di più figli, il cognome del primo figlio viene automaticamente attribuito alla successiva prole. Per evitare che fratelli abbiano cognomi diversi; 
La persona con due cognomi ne potrà trasmettere soltanto uno dei due. Questo per evitare che i nipoti vengano ad avere più di due cognomi, con un effetto moltiplicazione che si incrementerebbe per le successive generazioni.
Sono delle norme schematiche, di facile applicazione, elaborate per far adeguare il nostro Stato alla sentenza della Corte suprema dei diritti dell'uomo. Nel gennaio scorso infatti l'Italia è stata condannata per violazione del principio di uguaglianza, in quanto imporre di attribuire ai figli il cognome del padre, aprioristicamente escludendo l'attribuzione del cognome della madre, dalla Corte europea è stata considerata una discriminazione a danno delle donne. Altri Stati europei (Spagna, Germania, Inghilterra, Francia) hanno già recepito la normativa, aprendo cioè alla possibilità di attribuire in alternativa i cognomi di padre e madre o, per scelta, di entrambi i genitori.
Il mancato esame della legge è stato accolto con alti lai dalle nostre deputate, che in modo trasversale alle varie componenti politiche di appartenenza, ne sostengono la promulgazione. Accuse di vario tipo sono state da loro rivolte ai colleghi dell'altro sesso, accusati di retriva partigianeria maschilista.
In realtà il punto dolens del sesso (olim) forte riguarda l'attribuzione dei cognomi ai nipoti. Come abbiamo indicato, per evitare la moltiplicazione dei cognomi, i figli con doppio cognome potranno trasmettere ai propri figli soltanto uno dei due cognomi. E' stato così eccepito che non sarebbe giusto quale dei due cognomi adottare. Questa è la tesi sostenuta anche da Stefania Prestigiacomo (Forza Italia) e che ha indotto Ignazio La Russa ad un suggerimento balzano ( stabilire per legge che al figlio si può imporre sic et simpliciter il cognome della madre (discriminando in tal caso i maschi) ed una concreta proposta di un differimento dell'esame della legge, da approvarsi comunque con voto segreto.
Quest'ultimo punto è particolarmente inviso alla parlamentari, che, essendo minoranza, temono la sopraffazione dei maschi e quindi l'affossamento della legge. 
Certo che con l'assillo dei problemi che i legislatori debbono affrontare per ben altre, peculiari materie, soffermarsi a discutere su una legge che comunque va varata per non incorrere in sanzioni da parte della Comunità europea e che si presenta semplice e comunque non coinvolge questioni etiche, è auspicabile che il rinvio disposto dai parlamentari sia breve e che entro un limitato lasso di tempo il nostro Paese possa essere allineato alla legislazione dei maggiori Stati europei.


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